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Mantova 2019 – Capitale europea della cultura

La storia di Mantova 2019, candidata come capitale europea della cultura ha fatto scalpore nel periodo di Settembre 2013, durante il Festival Letteratura.
L’idea è ambiziosa e non può di certo passare inosservata, per via di diversi aspetti interessanti e talvolta pretenziosi.
Vediamo velocemente le città che competono al titolo di capitale europea della cultura del 2019, la lista è riportata visivamente nelle due figure a seguire e visionabile sul sito ufficiale. Londra, Berlino, Parigi, Vienna, Madrid, Praga e altre sono ben evidenti sulla mappa e hanno un enorme impatto politico, culturale, economico sull’Unione Europea. Per quanto riguarda Mantova invece, nessuno può dir nulla riguardo alla componente storica, artistica e culturale della città, ma fa un po’ sorridere la sua individuazione sulla mappa del sito ufficiale: tra Marengo e Levata, sorge la Candidata.
La domanda quindi nasce spontanea: perché Mantova e non un’altra realtà ben più vasta in termini impatto socio-culturale, per non parlare della nostra capitale (o, se non altro Torino, Milano, Venezia o Firenze?). Immaginiamo di essere persone che prendono le decisioni sulla sorte del nostro Paese, visto che è ormai ovvio che la voce dei cittadini conta poco più di nulla. In Italia, tra i vari eventi, siamo alle prese con l’EXPO 2015, un evento costato parecchio suppongo e di cui, a meno di un anno dall’inizio (e quattro dall’avvio) possiamo trovare un cantiere polveroso e privo di mura; un progetto indubbiamente ambizioso, senza dettagli e, a mio avviso fermo a stato di concept, presentato con render 3d vergognosi ecc ecc.
Lo so che la fine dei lavori è prevista per Marzo 2015 e attualmente le fognature e la viabilità esterna sono concluse ma…terminare i lavori 3 mesi prima dell’inaugurazione non è un po’ troppo a ridosso della data di aperura? Supponiamo quindi di essere questa persona, o questo gruppo di persone, pronte o meno ad affrontare l’insuccesso Expo2015: pensate che l’Italia possa partecipare/ospitare un evento così importante nei prossimi anni? Ma allo stesso tempo pensate che le nostre ambizioni ci possano tener lontani dall’idea di rifiutare la partecipazione? Ovvio, no. La soluzione quindi è quella di candidarsi con una città sottodimensionata e vincere fin dall’inizio, in modo subdolo e mediatico. Seguendo questa strategia, anche se perderemo risulteremo coraggiosi e, in un certo senso, vincitori della partecipazione. Se Roma (o altre città) dovessero perdere contro Parigi o Londra, questo determinerebbe la vittoria schiacciante della Francia o dell’Inghilterra, ma partecipando con Mantova, in un certo senso questa competizione non esiste. Un po’ come far partecipare un cavallino zoppo ad una corsa di cavalli: non vincerà mai, ma conquisterà il cuore di tutti per il suo coraggio fino ad ottenere un livello di celebrità maggiore perfino rispetto al vincitore stesso. PS: nulla di personale, Mantova è la città in cui sono nato e cresciuto per 21 anni, la conosco a memoria, la rispetto e partecipo con grande interesse a tutti gli eventi organizzati sul territorio. Questo articolo nasce solo dal sentore di una situazione tipo “passo più lungo della gamba” e dal fatto che la città sia stata scelta non per farla vincere ma piuttosto per evitare la perdita di un’altra. Ma in fondo perché mi preoccupo? se le cose vanno come scritto sopra, sarà un successo in ogni caso quindi: In bocca al lupo Mantova per la candidatura a capitale europea della cultura!