Ieri, leggendo un noto quotidiano, mi sono imbattuto in un articolo interessante e dai toni parecchio persuasivi, riguardante le sovvenzioni e i presunti aiuti statali per l’avvio di una attività.
Prima di iniziare il mio pesante e polemico articolo, ci tengo a precisare, senza alcun tipo di ironia, che apprezzo i tentativi di recupero economico e soluzione al problema della disoccupazione, ma siccome sono preciso, puntiglioso e un po’ rompipalle, trovo che il progetto attuate dalle Camere di Commercio e chi di dovere non sia idoneo e che, anzi, procuri al cittadino solo ulteriori problemi.
L’articolo che ho avuto modo di leggere dice in parole povere “sei rimasto senza lavoro? non ti preoccupare perché ora puoi finalmente avviare la tua attività e diventare imprenditore”. Il concetto senza alcun dubbio è interessante, perdita del lavoro a parte, ma siamo davvero sicuri che avviare una attività comporti i vantaggi del tipo “l’imprenditore è ricco perché è un imprenditore”. Inoltre l’apertura di una attività deve essere, a mio avviso, una cosa spinta da una forte motivazionec, passione e cosí via; non mi sembra una cosa cosí allettante e soprattutto economicamente vantaggiosa se si tratta di una forzatura. Infine vogliamo parlare dell’analisi di mercato e i supporti dello Stato alle realtà che già esistono?
A me non torna una cosa, in Italia abbiamo già parecchie realtà commerciali e lo Stato non è in grado di individuare metodi e soluzioni per creare un terreno fertile alla loro crescita. In alcuni casi drammatici si sono verificati suicici di imprenditori che amavano il loro lavoro e si sono trovati in una trappola economica senza alcun supporto e agevolazione. Ciò che non mi è chiaro è perché lo Stato vuole nuove imprese, anche a voi non sembra strana questa cosa?…per via delle tasse dici? esatto! vuoi mai che lo Stato ti stimoli ad aprire la tua attività tra mille vezzeggiativi e luccicchii e poi ti schiacci in una morsa stretta? chissà! In ogni caso io vorrei dire la mia: ” Gentile Stato, aapprezzo molto le tue buone intenzioni e la tua voglia di fare e aiutare l’avvio di imprese, ma prenditi cura prima di quelle che hai già. Tante buone persone hanno già iniziato l’avventura assieme a te, dai lor modo di contribuire attivamente alla problematica della disoccupazione, permettendo l’assunzione di personale e permettendo salari decenti senza applicare accise su ritenute di tasse di marche da bollo applicate a diritti di segreteria. Dai la possibilità alle aziende di pagare col sorriso i propri dipendenti onesti e coltivare un rapporto di lavoro fruttuoso e onesto per tutti: azienda, lavoratori e Stato incluso”. “No Luca, io voglio che tutti avviino la loro impresa, la loro start up…quanto mi piace questo termine, a te no Luca?”.
Ora vorrei fare un esempio pratico prima di arrivare a parlare di numeri.
Mario è proprietario di una pasticceria in cui Andrea lavora come dipendente. I profitti non sono buoni e Mario, in tutta onestà, è costretto a comunicare il licenziamento di Andrea che, tristemente lo accetta e dopo i mesi di preavviso resta senza lavoro. Andrea cerca un nuovo impiego ma non lo trova (in questo articolo mi riferisco solo a faccende oneste, pulite e vantaggiose; sono volutamente escluse le opportunità di stage non retribuito, per dipendneti con esperienza od offerte altrettanto raccapriccianti). Lo Stato quindi si riteova ad avere Mario in difficoltà con la sua pasticceria ereditata da nonno e in piedi da 50 anni, e Andrea a casa senza occupazione. Voi cosa fareste? come risolvereste la situazione? la soluzione proposta dallo Stato è quella di permettere ad Andrea di diventare imprenditore ed aprire una pasticceria poco distante da dove lavora Mario. Andrea viene quindi introdotto in un incubatore ed in una serie di corsi di marketing, diritto aziendale, sicurezza sul posto di lavoro, gestione libri contabili (in seguito demandati al commercialista per 2000€ +iva all’anno) e cosí via. Il risultato può variare a seconda dell’impegno e della fortuna. Possiamo avere una situazione in cui sia Mario che Andrea, pur facendosi concorrenza, si arricchiscono. Possiamo avere una situazione in cui Andrea non riesce a competere con l’esperienza di Mario…peccato Andrea, eri senza un lavoro e hai investito i tuoi risparmi in una attività, ora la devi chiudere e trovarti un lavoro. Può succede però che la visione giovane del mondo di Andrea lo porti ad un successo clamoroso e Mario sia costretto a chiudere una attività portata aventi da 3 generazioni. Infine può succedere che le due attività siano in difficoltà entrambe e costrete a chiudere dopo uno o due anni. Sinceramente auguro a Mario e ad Andrea grande fortuna e non so dire cosa succederà di preciso, ma posso dirvi con esatt
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